E morì con un felafel in mano
E morì con un felafel in mano (He Died with a Felafel in His Hand) è un film del 2001 diretto da Richard Lowenstein, e ispirato all'omonimo romanzo di John Birmingham, tradotto in italiano da Sandra Bordigoni, pubblicato in Italia da Fandango Libri, divisione della Fandango Srl che ha successivamente acquisito i diritti di distribuzione della pellicola in Italia[1].
Il romanzo si compone di una serie di aneddoti, ambientati a Brisbane e in altre città australiane, sulla convivenza con numerosi e improbabili coinquilini. L'adattamento cinematografico si concentra sulle abitazioni numero 47, 48 e 49 del protagonista, Danny (interpretato da Noah Taylor).
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Il film si apre con la morte di Flip, rinvenuto dal suo coinquilino Danny seduto davanti alla tv con un falafel in mano. La successiva ora e quaranta ci presenta un flashback che descrive un arco di tempo di circa nove mesi, durante i quali il protagonista si ritrova a cambiare tre abitazioni per i motivi più disparati, fra riti pagani, minacce della polizia, frodi e pittoreschi coinquilini.
Colonna sonora
[modifica | modifica wikitesto]I brani originali della colonna sonora sono stati pubblicati nell'album He Died With a Felafel in His Hand (Music From The Feature Film), prodotto dalla Best Boy Records e distribuito da Festival Mushroom Records nel 2001.
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]- Golden Brown - The Stranglers
- Buy Me A Pony - Spiderbait
- Muriels Wedding - Dialogo dal film
- Run On - Moby
- Ya Ya Ringe Ringe Raja - Goran Bregovic And Kolic Zlatko
- Always On My Mind - Rick Charles And Cast
- The Secret Weapon - Dialogo dal film
- Dr Who (Cybermen Remix) - Pound System
- Frigid Uptight Cold Icy - Dialogo dal film
- La Valse - Les Négresses Vertes
- La Dolce Vita - Nino Rota
- Solstice Chant - The Melbourne University Choral Society
- Tomorrow Belongs To Me - The Melbourne University Choral Society
- The Passenger - Rowland S. Howard
- Miss Sarajevo - U2 e Brian Eno (The Passengers)
- Its The Police Sammy - Dialogo dal film
- The Mercy Seat (Live) - Nick Cave and the Bad Seeds
- Everloving - Moby
- I Have Something To Declare - Dialogo dal film
- Man Overboard (2001 Remix) - Deborah Conway feat. Wicked Beat
- Drive - Paradise Motel
- The Human Germ - Snog
- And Dont Eat The Falafel - Dialogo dal film
- Into My Arms - Nick Cave and the Bad Seeds
- Theres Just One More Thing - Dialogo dal film
- California Dreamin' - The Mamas & the Papas
- Aulde Lang Syne - The Melbourne University Choral Society
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- 2001 - The New York International Independent Film & Video Arts Festival
- Grand Jury Prize al miglior lungometraggio
Citazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Quasi alla fine del film, dopo avergli passato una sigaretta da sotto la porta, Anya racconta a Danny la trama del film Solaris di Tarkovskij.
- All'inizio del film, i protagonisti discutono della presunta omosessualità tra Mr. Orange e Mr. White in Le Iene, di Quentin Tarantino.
- Nella scena in cui viene distrutta la casa, durante il rito pagano celebrato da Anya, si può notare per un breve istante una bestemmia in italiano scritta sulla schiena di Milo, citazione dal video di Nick The Stripper dei Birthday Party.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ E morì con un Felafel in mano Archiviato il 15 maggio 2013 in Internet Archive.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su E morì con un felafel in mano
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) E morì con un felafel in mano, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) E morì con un felafel in mano, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) E morì con un felafel in mano, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) E morì con un felafel in mano, su FilmAffinity.
- (EN) E morì con un felafel in mano, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) E morì con un felafel in mano, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) E morì con un felafel in mano, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).